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Andare in carcere non è mai stato così facile

Tutto sui colloqui familiari con i detenuti

Set 1, 2022 | News

I colloqui con un detenuto sono regolati dall’art. 18 della legge 26 luglio 1975, n. 354 e dall’art. 37 del D.P.R 30, giugno 2000, n. 230. É importante e umano che il carcerato mantenga relazioni con i propri familiari e conviventi.

Infatti, sia per il detenuto sia per i propri familiari, incontrarsi anche solo per qualche ora è fondamentale e di gran valore.

Spesso, le famiglie affrontano ore e ore di viaggio con valigie piene di cose come cibo e vestiti, ma nonostante la stanchezza e la fatica lo fanno con amore.

Come si svolgono i colloqui famigliari in carcere?

I colloqui familiari come già anticipato all’inizio dell’articolo, sono tutelati dalla Costituzione.
Inoltre, devono essere approvati dal direttore del carcere e in giorni prestabiliti con delle regole da eseguire.

Nei prossimi paragrafi troverai:

    1. chi si occupa dei colloqui familiari
    2. quando si possono fare i colloqui in carcere e la modalità
    3. chi può far visita al detenuto
    4. cosa portare o spedire al carcerato

A chi devi richiedere il colloquio familiare e come?

Non tutti sanno che per tutta la durata dell’indagine preliminare e durante la fase processuale di primo grado di giudizio, chi ha autorità di decidere i colloqui è il G.I.P e non il direttore del carcere dove si trova detenuto l’imputato o del famigliare. In questa prima fase, il G.I.P può concedere più ore di colloqui o telefonate in base alle esigenze dell’imputato o famigliare. La richiesta si deve effettuare tramite istanza da recapitare all’ufficio del G.I.P di competenza Una volta emessa la sentenza di primo grado, i colloqui dipendono dal direttore del carcere. Quest’ultimo può decidere se concedere o meno il giorno scelto dal familiare, ma non può negarlo. La scelta del direttore dipende:
  • dal numero di colloqui concessi per quel giorno, e in tal caso fornisce loro un alternativa che può essere un altro giorno o qualche ora dopo.
  • in presenza di altri interessi costituzionalmente garantiti.
Durante il COVID-19, vista l’emergenza globale, le visite sono state tutte sospese, ma si sono adottate misure alternative come colloqui via skype e la possibilità di effettuare più telefonate per mantenere i contatti con le proprie famiglie. Per richiedere il colloquio con il detenuto esistono due modalità:
  • chiamare il numero destinato ai colloqui
  • inviare una mail

Quando si possono richiedere i colloquio familiari e in che modalità?

I giorni in cui è possibile prenotare il colloquio varia da circuito a circuito.

In particolare, questo succede nelle carceri dove sono presenti più regimi penitenziari.
Ad esempio nella casa di reclusione di Milano Opera, in cui è presente il regime di media e alta sicurezza e il regime 41bis.

In questo caso, i giorni di colloquio si dividono in:

  • MS (media Sicurezza) martedì, giovedì e il 1°- 2° e 4° sabato del mese
  • AS (alta Sicurezza) il lunedì, il mercoledì e il 3°sabato del mese

Gli ingressi sono scaglionati a distanze regolari e vengono svolti tutti durante la mattina

Chi può far visita al detenuto?

Innanzitutto, possono svolgere le visite con il detenuto i familiari e terze persone, ove per familiari si intende:

  • il coniuge
  • il convivente indipendentemente dal sesso
  • i parenti e gli affini entro il quarto grado

Per terze persone si intendono le persone che hanno “ragionevoli motivi” per incontrare la persona detenuta o internata.

Anche in questo caso chi può fare visita al detenuto cambia a seconda del regime di appartenenza, ovvero, nelle sezioni di Alta Sicurezza o sottoposti al regime 41 bis.
In questi due casi le persone che possono svolgere i colloqui familiari sono i parenti e gli affini sino al terzo grado.

É possibile, però, che la visita venga concessa a terze persone o parenti sopra il terzo grado, ma ci deve essere un’autorizzazione subordinata alla sussistenza di “ragionevoli motivi” nel caso del regime 41bis

Cosa si può portare al detenuto durante il colloquio familiare?

I familiari portano con sé enormi pacchi il giorno del colloquio ma cosa possono realmente portare dentro l’istituto?

Innanzitutto, le persone possono decidere se portare o spedire pacchi che devono contenere generi alimentari, vestiario ed oggetti.
Al mese è consentito spedire o inviare massimo 4 pacchi per un peso complessivo che non deve superare i 20 chilogrammi.

Nel caso in cui i pacchi siano destinati a detenute madri questo limite non si applica, in quanto fanno parte del fabbisogno dei bambini.
In ogni istituto è presente la lista, denominata modello 176, dove è possibile consultare tutti gli oggetti, indumenti, alimenti che possono essere contenuti nei pacchi.

É importante dire che la lista varia anche da istituto a istituto, ma generalmente in quasi tutti gli istituti è vietato portare alimenti o indumenti che siano difficilmente controllabili come salumi (in quel caso devono essere affettati) o nel caso dei vestiti biancheria imbottita.

Ad ogni modo i pacchi sono sottoposti a controllo prima della consegna al destinatario.

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Cos’è 41bus?

41bus è il servizio di supporto alle famiglie dei detenuti che facilita il viaggio verso il carcere.

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